Atemi significa letteralmente “colpo del corpo” (Ate = colpo ; mi = corpo). Vari punti del corpo possono essere colpiti utilizzando tecniche di ate – waza (tecniche del colpire).
Indichiamo qui di seguito le parti del corpo utilizzate per colpire:
- Hiza-gashira (la parte superiore del ginocchio)
- Ashi-ura (la pianta del piede)
- Kakato (tallone)
- Ryogan-tsukii (punta delle dita)
- Hiji (il gomito)
- Tsukidashi (la mano tesa)
- Tegatana (il taglio della mano)
- Kobushi (il pugno)
- Horyu (il fianco del pugno)
Indichiamo qui di seguito i punti del corpo oggetto di attacco:
- Tendo (sommità della testa)
- Uto (radice del naso)
- Kasumi (tempie)
- Dokko (apofisi mastoide)
- Finchu (mascellare superiore)
- Kachikage (il mento)
- Suigetsu (plesso solare)
- Getsuei (ipocondrio destro)
- Denko (ipocondrio sinistro)
- Myojo (basso ventre)
- Tsurigane (testicoli)
- Hiza kansetsu (articolazione delle ginocchia)
Atemi lo ritroviamo nella difesa personale, nella difesa libera ed anche nei Kata. Risulta quindi ovvio il motivo per cui questo aspetto venga singolarmente trattato durante gli allenamenti.
Nell’Hontai Yoshin Ryu il movimento che si effettua durante le tecniche di atemi con gli arti superiori è “ricavato” dai movimenti eseguiti durante la pratica del bastone.
Movimenti di base circolari, via via seguono sempre traiettorie più dirette, fino a rendere impercettibile la circolarità del movimento di base.
Inoltre l’Atemi non deve essere considerato solo come uno sterile metodo di attaccare l’avversario, quanto come una sorta di passaggio obbligato per la realizzazione di tecniche più complesse, altrimenti ben più difficilmente attuabili.
Atemi eseguito in un dato punto e con una direzione ben precisa può creare squilibrio, può alleggerire la presa di un avversario o addirittura concludere il combattimento evitando inutili dispendi di energie.
Imparare a colpire significa imparare a difendersi.