Ci viene spesso chiesto per quale motivo la Yoshin Ryu Perugia non faccia partecipare i suoi atleti ad attività agonistiche. Abbiamo pertanto deciso di precisare, nell’interesse di tutti gli appassionati e curiosi , alcuni importanti punti riguardo tale questione.
Prima di tutto và evidenziato che il Ju Jutsu, anche il moderno, non rientra tra le discipline olimpiche. Esistono in Italia, in Europa e nel mondo, una infinità di organizzazioni che divulgano stili Moderni e Tradizionali di Ju Jutsu, ognuna con propri programmi tecnici, regolamenti di gara, direzione tecnica, organi federali, etc…. Tali organizzazioni nella maggior parte dei casi non hanno alcun rapporto tra di loro.
Vi possono pertanto essere tanti campionati regionali, nazionali o mondiali, per quante sono le organizzazioni esistenti. Senza considerare altre branche come il “Ju Jitsu Brasiliano” che in comune con il Ju Jitsu ha solo il nome (in verità ha molte più affinità con il Judo, da cui deriva).
Il Ju Jutsu originale, quello tradizionale giapponese, non prevede combattimenti agonistici in quanto le sue tecniche male si adattano ad un uso sportivo. Come noto, “in battaglia non esistono regole” ed inserirle significherebbe svilire l’essenza della disciplina stessa.
Nei campionati organizzati dalle organizzazioni che divulgano il Ju Jutsu moderno l’essenza del Ju Jutsu tradizionale viene distorta dalla suddivisione degli atleti per categorie di peso. Per definizione le tecniche divulgate dal Ju Jutsu tradizionale (letteralmente “Arte della Cedevolezza”) infatti devono essere efficaci indipendentemente dalle differenze di massa fra i due contendenti. Nel Giappone medievale bisognava essere in grado di difendersi da ogni tipologia di aggressore, non solo da quelli di peso uguale o inferiore.
Gli stili moderni di Ju Jutsu hanno una caratterizzazione più sportiva e sono quindi più adatti all’agonismo.
I combattimenti agonistici infatti finiscono per risultare un compromesso tra vari tipi di arti marziali e sport da combattimento (Judo, Karate, Ju Jitsu Brasiliano, Kick Boxing, ecc…) che poco o niente hanno a che fare con l’ antica “arte della cedevolezza”. In questi tipi di combattimenti , in cui gli atleti vengono divisi per categorie di peso e quindi per forza fisica, la tecnica finisce per essere quasi completamente soppiantata dall’uso della forza muscolare.
Un occhio esperto non trova difficoltà nel discernere tra una trazione ottenuta con la forza ed uno squilibrio creato con la tecnica.
Per spiegare ancora meglio le ragioni per cui il Ju Jutsu tradizionale giapponese non sia adatto all’agonismo citiamo il Maestro Jigoro Kano (1860 – 1938; Fondatore del Judo Kodokan) il quale, dopo avere studiato in diverse Scuole di Ju Jutsu tradizionale codifico il Judo partendo dal Ju Jutsu, proprio perchè riteneva che quest’ ultimo non si adattasse all’ attività agonistica.
<<Studiai il Ju Jutsu non solo perché lo trovavo interessante , ma anche perché lo ritenevo il mezzo più efficace per l’educazione sia del corpo che dello spirito… ma era necessario cambiare il vecchio Ju Jutsu per renderlo accessibile a tutti… alcune scuole di Ju Jutsu indulgevano spesso in tecniche violente e pericolose sia nelle proiezioni , sia nelle torsioni di gambe e braccia, per cui molte persone ritenevano che il Ju Jutsu fosse nocivo… io volevo dimostrare che quanto insegnavo non era una pratica pericolosa e che non poteva nuocere a nessuno, e che questo non era il Ju Jutsu che alcuni insegnavano, ma il Judo, una cosa totalmente differente>>
La fondazione del Judo Kodokan risale al 1882. E’ facile comprendere che se già allora un grande Maestro e profondo conoscitore di differenti stili e scuole di Ju Jutsu ritenesse necessario codificare un nuovo stile di combattimento più adatto all’agonismo fosse perché già vi era nei cultori delle arti marziali giapponesi la piena consapevolezza dell’ impossibilità di rendere il Ju Jutsu una pratica sportiva.
E’ la storia ad aver deciso che il Ju Jutsu non possa essere uno sport, ed è la stessa storia a spiegarcene le motivazioni. Pertanto, in base alla cultura marziale giapponese, è “fisiologico” che chi pratichi il Ju Jutsu tradizionale giapponese non si dedichi all’attività agonistica.